Formazione e inserimento lavorativo dei giovani i temi al centro della 79esima assemblea Confcommercio Bergamo
In una società chiamata a grandi cambiamenti, soprattutto sul fronte del lavoro e della formazione, anche le imprese devono cambiare e adattarsi al contesto, orientando al meglio le loro scelte. È questo il messaggio lanciato oggi dal palco della 79esima assemblea Confcommercio Bergamo, rivolto agli imprenditori del commercio, turismo e servizi: “Da genitori, lavoratori e imprenditori dobbiamo tornare ad educare al valore del lavoro e alla necessità dei vincoli sociali che favoriscano il bene comune- ha dichiarato Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo- . Abbiamo un compito: trasmettere l’amore per il nostro lavoro, come imprenditori che creano ricchezza da redistribuire e occupazione. Dobbiamo trasmettere l’amore e i valori per quello che stiamo facendo anche se non è quello che la società reclama. Siamo chiamati a testimoniare quanto sia bello fare impresa, essere imprenditore, con le fatiche e le soddisfazioni che ne conseguono. Il problema principale che affligge il contesto sociale risiede nella diversa matrice di valori delle giovani generazioni rispetto alle nostre. Da imprenditori dobbiamo far fronte al problema e trovare una soluzione”. Al centro dell’assemblea annuale, il lavoro nel terziario e l’educazione dei futuri lavoratori. Un tema dalle forti implicazioni sociali, ma anche valoriali, che mette al centro la trasmissione di passione e competenze, a partire dai banchi di scuola per creare un ponte tra imprese e sistema scolastico e ridurre le distanze con le nuove generazioni. Ospiti dell’assemblea Stefano Tomelleri, professore dell’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana di Sociologia, che ha tracciato il quadro con l’intervento dal titolo “Siamo figli della nostra società” e Paolo Ferrari, ideatore di Delta Index, osservatorio dedicato al mondo del lavoro con focus specifico sul rapporto tra le aziende e le nuove generazioni, basato su dati certificati raccolti grazie alla partecipazione dirette delle imprese. Tra le criticità messe in luce dall’intervento di Stefano Tomelleri, a partire da un quadro demografico profondamente mutato nella provincia, passato da 1.109.933 persone nel 2016 a 1.103.768 nel 2023, un cambio radicale di prospettive e inclinazioni. Si è passati dal posto fisso come traiettoria biografica alla massimizzazione delle opportunità offerte dal mercato su scala globale, unitamente a una maggiore propensione alla contrattazione delle condizioni di lavoro alla minore disponibilità al “sacrificio”. Ragionare al plurale, valorizzare il talento e coltivare relazioni mettendo in campo comprensione emotiva e la cosiddetta intelligenza sociale , sono alcune delle azioni che le imprese possono intraprendere. “Il lavoro non è più il centro della vita ma parte di una vita che si caratterizza da tante componenti, con minor disponibilità a farvi rinuncia- ha sottolineato Tomelleri- . Da sociologo il tema della decrescita non mi trova d’accordo con la pandemia abbiamo visto che rallentare e fermarsi è stato per molti un dramma. Serve avere visione, immaginazione sociologica, oltre a puntare sulle relazioni e sulla consapevolezza di essere sistemi interdipendenti l’uno dall’altro. Per troppo tempo si è pensato a un futuro come replica del presente, ma il futuro è tutto da costruire e ognuno di noi, come sancito dall’articolo 4 della Costituzione, ha il dovere di concorrere al progresso della società”. Paolo Ferrari ha messo in luce l’importanza per le imprese di essere attrattive in tutti gli ambiti, dalla comunicazione ai rapporti con il sistema formativi, dalle competenze al clima aziendale, fino alle politiche di welfare, mostrando i vantaggi di impiegare nuove leve, in particolare giovani. “Le aziende cercano nuove leve, ma questa fame di giovani non può essere affidata all’istinto o al luogo comune che non si trovi più un ‘ragazzo sveglio’. Di contro, le ricerche raccontano molto delle nuove generazioni ma non aiutano a focalizzarci sul gap che c’è tra mondo del lavoro e lavoratori. Solo 1 ragazzo su 85 viene valutato come “preparato” e solo 1 su 50 arriva in azienda, dopo selezione. La verità è che i giovani non possono essere pronti per il mondo del lavoro perché se lo fossero non sarebbero nemmeno così giovani. Bisogna guardare al recruitment in modo diverso, in un mondo in cui lo stipendio conta ma non è una variabile così dirimente perché sono altri i fattori di attrattività. E l’assunzione tempo indeterminato crea ansia invece che opportunità. I dati Ocse evidenziano una permanenza media al primo impiego di 2 anni e 3 mesi. Ed è in questo periodo in cui trasferire mission, valori, fare crescere e trattenere personale. Non è per tutte le aziende impiegare un giovane, perché implica uno sforzo e un investimento in più”. Su cui però ci si gioca il futuro.
Politica
Non sono mancati gli interventi delle autorità presenti. Il sindaco Giorgio Gori ha inevitabilmente tirato le somme dei suoi due mandati da primo cittadino con delega al commercio, attività produttive e turismo: “ Abbiamo fatto tanto in questi dieci anni grazie alla collaborazione costante con le associazioni del territorio, anche in virtù di una fiducia e grazie al valore dei corpi intermedi . Abbiamo il capoluogo di tutta la regione con il più basso numero di negozi sfitti, il 16%, contro il 30% medio. Anche le politiche messe in atto sul turismo portano dati incoraggianti: registriamo il 4% di crescita dei flussi a livello provinciale e il 20% in città per presenze turistiche”. Le criticità tuttavia non mancano: “Il quadro tracciato anche dal presidente Zambonelli ha luci ed ombre- continua Gori-. Non posso che condividere l’importante richiamo ai valori mai come oggi fondamentali . Anche il tema della demografia è evidentemente cruciale. La difficoltà delle nostre imprese nel trovare personale deriva in grande misura da questo. Anche la frammentazione del corpo sociale è un altro tema importante, unitamente alla coesione e alla comunità, che sono vitali”. Da candidato alle Europee, il sindaco ha aggiunto: “Le elezioni europee sono fondamentali per mettere in atto politiche necessarie a turismo e commercio, a partire dalla valorizzazione dello Small business act. In un tessuto produttivo fatto da tante micro e piccole imprese non è pensabile che siano richiesti a piccoli imprenditori gli stessi adempimenti delle grandi. Cercherò, se possibile, di portare in sede europea questi temi “. Il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi ha sottolineato la centralità della formazione: “La percentuale di Neet è in calo grazie anche ai progetti messi in atto nella formazione scolastica. La formazione resta la chiave di volta a tutti i livelli. I progetti di inserimento lavorativo a livello locale sono fondamentali “. Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche Regione Lombardia ha messo in luce l’importanza dei temi portati in assemblea: “L’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro e il ricambio generazionale sono obiettivi prioritari, ancora più con il perdurare della crisi. Regione Lombardia è impegnata con politiche attive per strutturare le imprese e affiancarle per incrementare la competitività. Tanti i bandi aperti (voucher formazione, Confidiamo per credito e confidi, imprese per il futuro per le imprese storiche ,Re- impresa) e tante linee di finanziamento per imprese all’estero. Se il 9% di Neet è il dato più basso media nazionale (che si attesta al 15%) resta comunque un valore troppo alto e preoccupante”. Carlo Mazzoleni, presidente della Camera di Commercio di Bergamo, ha sottolineato l’obiettivo dell’Ente di favorire l’imprenditività prima ancora dell’imprenditorialità: “ Il tema dell’occupazione resta fondamentale anche se la nostra è un’isola relativamente felice. La Camera di Commercio che Zambonelli condivide con me come vicepresidente ha sfiorato 13 milioni di impegno finanziario in questo campo, dato ai massimi, con 1,5 milioni in più di risorse dei tre anni precedenti per la formazione assieme ai fondi riservati a Bergamo Sviluppo (ore formazione per occupati, start up , imprese femminili, oltre a orientamento). Quest’anno anche la Fiera dell’orientamento ha riscosso un grande successo, grazie anche alla preziosa collaborazione con Promoberg”.
Il video messaggio di Carlo Sangalli
Carlo Sangalli, presidente nazionale Confcommercio Imprese per l’Italia ha voluto inviare il suo saluto in assemblea, affidandolo ad un videomessaggio: “Coltivare inclinazioni e amare quel che facciamo è fondamentale. Purtroppo le criticità non mancano: il gap su produttività e occupazione femminile rispetto alla media europea è evidente. Serve investire le migliori energie del Paese, coinvolgendo donne e giovani. Un dato recente di Unioncamere sottolinea come la voglia di fare impresa se accompagnata a passione le renda più longeve. I nostri progetti devono essere fatti per creare lavoro sul territorio, coltivando talenti e amando il nostro lavoro come prerequisito. Quello lanciato da Confcommercio Bergamo è un messaggio di ispirazione e futuro, che non possiamo che condividere e fare nostro”. In assemblea erano presenti in rappresentanza Confcommercio Lombardia il vicepresidente vicario Carlo Massoletti , il vicepresidente Giuseppe Freri e il segretario generale Giovanna Mavellia.
2023, un anno ancora difficile per il terziario
Quanto al bilancio del terziario per l’anno che ci siamo lasciati alle spalle, l’emorragia nel commercio, turismo e servizi registrata nel 2022 si è fermata, ma la situazione resta difficile. È quanto emerge dal saldo tra aperture e chiusure elaborato da Confcommercio Bergamo . Le cessazioni nel terziario orobiche sono scese e di molto rispetto a quello dell’anno precedente, il saldo con le aperture è tornato positivo ma i negozi continuano a chiudere. Il quadro resta complesso. Il numero di nuove attività create è aumentato di poco rispetto al 2022 (+ 93 + 7,4%) e spesso, con ancora un dato ancora così alto di chiusure, segnala un turnover più che una reale crescita del terziario. Nel 2023 hanno aperto 1.293 nuove imprese del terziario bergamasco a fronte delle 1.019 che hanno chiuso con un saldo positivo di 274 imprese. Il numero di nuove attività create è aumentato di poco rispetto al 2022 (+ 93 + 7,4%). Il dato è leggermente inferiore a quello del 2021. Le chiusure sono state nettamente più contenute dello scorso anno (– 631 -38,2%), anno terribile per il settore e inferiori anche al 2021. Il dato più positivo lo mette a segno il settore dei servizi con + 124 imprese. Seguono il commercio elettronico (+ 83) e la ricettività (+41). Quadro positivo anche per le imprese di somministrazione ( +32), commercio non alimentare all’ingrosso (+26), commercio non alimentare al dettaglio (+ 24) e commercio alimentare all’ingrosso (+ 12). Il saldo è invece negativo per il commercio alimentare al dettaglio (- 36) e per gli ambulanti (-32). A livello territoriale, nella suddivisione per aree crescono per numero di imprese la città e l’hinterland (rispettivamente + 119 e + 66). In crescita anche la pianura dell’area di Treviglio (+ 66), la Valle Cavallina (+ 22), l’Isola bergamasca (+ 21), la pianura centrale con Osio Sotto (+ 20). Stabili la pianura orientale con Romano di Lombardia (+ 7) e la Val Calepio (+ 3), mentre in difficoltà sono la Valle Seriana (- 17) e la Valle Brembana (- 3). Occorre però sottolineare che 246 su 367 delle nuove imprese dei servizi e ausiliari del commercio, pari al 67%, sono Agenti di commercio, Procacciatori d’affari e Produttori assicurativi. Cresce la somministrazione trascinata dai ristoranti, mentre il saldo dei bar continua ad essere negativo. Nella ricettività il saldo positivo ma è imputabile soprattutto all’extralberghiero. Nel commercio alimentare il saldo è negativo per i negozi con 30 esercizi in meno, tra cui un calo vistoso delle rivendite di pane ( – 13), alimentari (- 9) fruttivendoli (-4) e macellai (-4).
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