6 settembre 2024

In stallo la riforma dei carburanti, ma il Ddl preoccupa la categoria

Slitta la riforma della rete di distribuzione dei carburanti che mira all’ammodernamento della rete. Il disegno di legge- DDL Carburanti- era pronto e atteso all’esame del consiglio dei ministri dopo oltre un anno di confronto con gli operatori del settore (attraverso le tre sigle sindacali Figisc-Anisa Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica) e le rappresentanze delle compagnie e dei retisti privati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy-Mimit. La necessità di ulteriori approfondimenti congela la riforma. Un primo importante risultato della categoria dei benzinai contro quella che senza mezze misure è stata definita “la più incauta e peggiore riforma della storia”.  Il DDL mira a qualificare i punti vendita, ma presenta diverse criticità per la categoria, a partire dalla precarizzazione dei contratti della rete, con concessioni quinquennali che però possono essere disdettati con 90 giorni di preavviso, mettendo a rischio il lavoro di imprese e famiglie.  “Grazie all’intervento tempestivo e congiunto dei sindacati si è posto un primo stop all’approvazione del decreto legge, che ci auspichiamo possa essere rivisto e riconsiderato perché rischia di distruggere la rete esistente- commenta Renato Mora, presidente del Gruppo Gestori e Distributori Carburanti Confcommercio Bergamo-.  Una categoria che merita maggiore considerazione, anche solo per il fatto che riscuote tasse per lo Stato, rischiando sulla strada tutti i giorni con il suo lavoro. E invece il Governo sembra poco interessato a salvaguardare l’ultimo anello della catena petrolifera, a favore delle big companies del petrolio”. Molti gli aspetti controversi della riforma per la categoria dei benzinai: “La scomparsa della dicitura “contratti di appalto” non cambia la sostanza, che va nella direzione di una precarietà delle concessioni,  con contratti solo virtualmente di 5 anni, che possono durare 3 mesi, con la possibilità di disdetta con 90 giorni di preavviso- continua Mora- La norma prevede inoltre lo stralcio dell’obbligo di pubblicizzare il differenziale tra il prezzo self e servito, normativa a tutela dei consumatori, visto che contrariamente a quanto si pensi il guadagno del lavoro del benzinaio è appannaggio quasi totalmente esclusivo delle compagnie petrolifere, per cui si stima un valore di 1 miliardo di euro. Una schizofrenia incomprensibile dei cartelli, dall’obbligo medio del prezzo medio regionale esteso (con pesanti sanzioni per i benzinai in caso di omissione) alla cancellazione dell’unica informazione utile per i clienti”. La categoria non sta a guardare, né si accontenta di questo primo slittamento della riforma. In un comunicato congiunto le tre sigle sindacali- Figisc e Anisa Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica- annunciano: “Non resta altra strada che la contrapposizione dura al DDL con i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione e relative convergenze. Appena assegnato al ramo del Parlamento individuato, le Federazioni di rappresentanza dei Gestori fisseranno iniziative sindacali e tempi e modalità per un’azione decisa di chiusura di tutti gli impianti stradali e autostradali, con manifestazioni nel territorio”.

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